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In questa guida spieghiamo come scegliere una stufa a bioetanolo e proponiamo la recensione dei migliori modelli disponibili sul mercato.
Ormai molti consumatori italiani preferiscono combinare gli effetti del riscaldamento centralizzato con quelli localizzati, ottenuti utilizzando delle stufe indipendenti. Una scelta che riesce ad ottenere un doppio effetto. Il primo è quello di migliorare la temperatura negli angoli meno raggiungibili dai radiatori. Il secondo di risparmiare sui consumi, riducendo sia le ore di riscaldamento che le temperature massime della caldaia. E così la vecchia stufetta, dopo essere stata relegata in soffitta tra le cose inutili e dimenticate, sta tornando progressivamente di moda. Ovviamente non è più quella di una volta, ma si è evoluta da tanti punti di vista. Consuma meno, usa tecnologie all’avanguardia e impiega combustibili biocompatibili, come il bioetanolo. Ovviamente, essendo una stufa mobile, non necessita di particolari lavori per essere installata, ha un design abbastanza curato e un costo mediamente accessibile. Vediamo allora come scegliere una stufa al bioetanolo, iniziando proprio dal combustibile.
Caratteristiche Bioetanolo
Il bioetanolo viene considerato un combustibile rispettoso dell’ambiente e sostenibile. Infatti, piuttosto che provenire dalle sacche sotterranee delle riserve energetiche del pianeta, come il petrolio, il bioetanolo viene realizzato utilizzando gli scarti dei prodotti agricoli, come le patate, il mais e la canna da zucchero. Da questi scarti, infatti, si estrae lo zucchero, indispensabile per elaborarlo e farlo diventare combustibile a tutti gli effetti. Ma questo combustibile ha anche il pregio di essere a bassissimo rilascio di monossido di carbonio, per cui il tasso di inquinamento ambientale è minimo, e non avvelena l’aria di casa. Una caratteristica che ti permette di poter accendere una stufa al bioetanolo in casa senza doverti preoccupare di dover collegare uno scarico dei fumi, con conseguenti lavori di muratura ed eventuali autorizzazioni condominiali. Ma non è l’unica cosa positiva, perché quando rilasci i fumi all’esterno, va via anche una parte consistente del calore prodotto dalla stufa. Quindi la risorsa energetica corrispondente non viene utilizzata. Con il bioetanolo invece tutta l’energia calorica prodotta rimane dentro casa e viene sfruttata per riscaldare l’ambiente. Però, se ti stai chiedendo se questo combustibile, come altri, lasci un cattivo odore in casa, sappi che non è così.
Il bioetanolo, come carburante ad uso domestico, rispetta le disposizioni contenute all’interno del Regolamento Comunitario CEE 3199 reso operativo il 22 novembre del 1993. Questo regolamento impone che i componenti a combustibile, collocati in ambienti abitabili, devono utilizzare etanolo denaturato a 96 gradi alcolici. In pratica si tratta di uno spirito che quando brucia non rilascia alcun odore nella stanza. Quindi, se dovessero verificarsi dei casi di emissione di aromi fastidiosi, questi sono dovuti a sostanze estranee, oppure alla cattiva manifattura e qualità del bioetanolo stesso. In questo caso ti basterà scegliere una marca più attendibile e, anche se dovesse costare un po’ di più, almeno non avrai la puzza in casa e con ogni probabilità potrai contare su una resa calorica nettamente superiore.
Come Scegliere Stufa a Bioetanolo
La stufa al bioetanolo rappresenta un vero e proprio complemento d’arredo, grazie all’attenzione che viene dedicata anche alla sua parte estetica. Una cura e un’attenzione che sono dovute al fatto che questa stufa può essere collocata anche negli ambienti di vita in comune, come il salotto o la stanza da pranzo. Ma la sua funzione essenziale è comunque quella di creare calore e lo fa con il contributo della fiamma che si sprigiona dal suo bruciatore. Un po’ come un caminetto a legna o una stufa a pellet, la stufa al bioetanolo sfrutta la capacità calorica della fiamma creata dalla sua combustione. Questa combustione si realizza in un bruciatore che contiene al suo interno una spugna in lana di vetro imbevuta di combustibile. Quando il bruciatore è pieno e il bioetanolo tocca il livello di colmo, lo si accende con un fiammifero, o un accenditore per fornelli a gas, e la fiamma si sviluppa immediatamente forte e viva. Ovviamente è possibile regolare la fiamma e la relativa diffusione del calore riducendo il comburente, grazie ad una saracinesca che limita la quantità di aria che riempie la camera di combustione. Un sistema tanto semplice quanto efficace, usato in tutti i sistemi di riscaldamento a fiamma viva. L’uso della fiamma viva per riscaldare, però, ha dei limiti. Uno di questi è il campo di diffusione. Il calore della fiamma, infatti, tende a rimanere nei pressi della stufa e non si diffonde facilmente nel resto della stanza. Per questa ragione molte stufe al bioetanolo, oggi, montano anche un sistema di diffusione ambientale del calore, realizzato il più delle volte con una ventola che spinge il calore lontano dalla sorgente. La ventola però funziona a corrente elettrica, per cui, se la vuoi accendere, dovrai collocare la stufa al bioetanolo nei pressi di una presa elettrica.
L’installazione di una stufa al bioetanolo non necessità di lavori particolare. La stufa al bioetanolo non ha canna fumaria, può essere collocata e accesa ovunque, anche in presenza degli abitanti della casa e degli ospiti e, se possiede una ventola per la diffusione del calore, ti basta metterla accanto ad una presa elettrica. L’unica accortezza da rispettare, con qualsiasi dispositivo usi fiamme libere, è quella di evitare di tenerla troppo vicina ai mobili e alla tappezzeria, soprattutto se non stai usando un modello ventilato.
Un altro dubbio legittimo di chi sta valutando l’acquisto di questa stufa è il costo del combustibile. Per fortuna la lavorazione e l’estrazione del bioetanolo non è così onerosa e complicata come è per il petrolio, il metano o altri combustibili fossili. Per questa ragione il suo costo è abbastanza accessibile e, in dipendenza della quantità acquistata e della sua purezza, lo trovi sul mercato al consumo tra i 2,5 e i 5 euro per litro. Ovviamente lo trovi con grande facilità presso gli stessi negozi dove acquisti la stufa.
Il consumo della stufa a bioetanolo dipende da vari aspetti. Uno di questi è la potenza della stufa che acquisti. Il secondo è la qualità e la purezza del bioetanolo. Il terzo è la dimensione della stanza da scaldare.
-Consumi in base alla potenza
Ci sono stufette perfettamente in grado di scaldare l’angolo poltrona, che consumano un solo kW/h. Ma ci sono stufe che scaldano una stanza e che posseggono una capacità calorica che raggiunge anche i 10 kW/h. Ovviamente la prima consumerà molto meno, ma scalderà solo l’angolo dove la collochi. La seconda, invece, presenterà un consumo maggiore, ma terrà caldo anche un vano di medie dimensioni, soprattutto se è pure ventilata. Nel caso di uso di sistemi di ventilazione forzata il consumo aumenta ulteriormente, ma la vivibilità ambientale è massima.
-La qualità del combustibile
La qualità del bioetanolo è fondamentale, sia per il calore che è in grado di produrre che per le quantità da consumare per ottenere lo stesso grado di calore. Per questa ragione risparmiare sulla sua qualità non sempre, alla fine, è la scelta migliore. Questo perché, a fronte di una spesa iniziale minore, spesso per ottenere lo stesso risultato ti trovi ad affrontare un consumo maggiore.
-Metri cubi da scaldare
Il volume dell’ambiente da scaldare è un’altra delle variabili che incide abbondantemente sul consumo. Se la stanza è piccola o devi scaldare solo l’angolo dove lavori, per stare al caldo ti basterà mettere la stufa al minimo. Se, invece, devi portare a qualche grado in più un’intera stanza, allora sarai costretto ad accendere la stufa a manetta e far funzionare la ventola alla massima potenza. Se poi usi una stufa non adeguata all’ampiezza della stanza, il suo consumo aumenterà enormemente senza che, alla fine, tu riesca ad ottenere il risultato sperato.
La stufa al bioetanolo non ha un apporto calorico particolarmente elevato e nemmeno un’ampia diffusione. Per questa ragione l’acquisto di una stufa del genere ha senso se devi scaldare dei piccoli ambienti, o integrare gli spazi freddi e umidi, che il riscaldamento centralizzato non riesce a coprire. L’acquisto di una, o più stufe al bioetanolo, sono anche consigliabili nel caso in cui, per scaldare casa, l’impianto centralizzato debba essere spinto al massimo. Collocare delle stufe al bioetanolo nei punti critici può risolvere il problema della vivibilità ambientale delle stanze meno coperte, e far funzionare la caldaia anche a metà potenza.
E poi c’è da mettere in conto anche le differenze di capacità calorica del combustibile. Risulta essere vero che anche il pellet scalda grazie alla fiamma, ma usa anche l’impatto calorico del corpo in lenta combustione. Una cosa che il bioetanolo non ha. La stufa al bioetanolo, invece, è perfetta per le stanze piccole, per gli ambienti intimi e raccolti e per i punti da vivere in comune, come il salotto, anche perché si lascia guardare con piacere. E, infine, è perfetta per rimediare ai limiti del riscaldamento centralizzato, soprattutto quando questo non riesce da solo a coprire tutti gli angoli della casa.
La stufa a bioetanolo in pratica ha un solo difetto, che è quello di essere inadeguata per gli ambienti grandi. Di contro però puoi contare su numerosi lati positivi. Innanzi tutto è economica, sia nell’acquisto che nei consumi, grazie anche al suo combustibile economico. Poi è anche ecocompatibile, per cui non danneggi l’ambiente e puoi godere dei benefici fiscali. L’ambiente dove la collochi ci guadagna in estetica, grazie al suo design molto curato. E, infine, pur utilizzando una stufa a fiamma viva, non hai bisogno di fare i lavori edili per montare sia la canna fumaria che gli aeratori esterni, che servirebbero, invece, se avessi scelto di installare un caminetto.
Migliori Stufe a Bioetanolo
Stufa a Bioetanolo Ruby Elegance
La Stufa a Bioetanolo Ruby Elegance è stata una scelta interessante da esplorare. Con un design italiano al 100%, ha catturato subito l’attenzione, promettendo una combinazione di stile ed efficienza in un unico pacchetto compatto. Ma come si è comportata realmente? Ecco la mia esperienza.
Alla prima occhiata, il modello Elegance si caratterizza per le sue dimensioni compatte e un aspetto gradevole. Mi è piaciuto il fatto che non producesse ceneri o residui di combustione, un dettaglio pulito e comodo. L’efficienza energetica, con un consumo di soli 0,32 lt/h e un assorbimento elettrico di 25 W, sembrava promettente.
Durante il periodo autunnale, ho provato la stufa, e devo dire che ha funzionato piuttosto bene, nonostante non fosse inverno e quindi non potessi giudicare appieno l’efficacia del calore. Tuttavia, quando è arrivato l’inverno, la vera natura della stufa si è rivelata. Anche se riesce a riscaldare bene una singola stanza, specialmente dopo che l’ho spostata nella stanza che intendevo riscaldare, non è così potente come mi aspettavo. Inoltre, ho notato che dopo alcune ore di utilizzo, la ventola si spegneva, lasciandomi in dubbio se fosse una caratteristica automatica di protezione o un difetto.
La stufa è certamente adatta per scaldare piccoli ambienti, specialmente all’arrivo dei primi freddi in autunno, ma non è una vera e propria alternativa ai classici riscaldamenti. Nel complesso, è un acquisto valido per esigenze specifiche, ma con alcune riserve.
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Stufa a Bioetanolo Karlsen Ruby New
La Stufa a Bioetanolo Karlsen Ruby New rappresenta una proposta interessante nel panorama dei dispositivi di riscaldamento domestico. Con una potenza di 3000W e un consumo di soli 0,32 L/h, promette un’autonomia notevole di circa 7 ore, il tutto contenuto in un design compatto con dimensioni di 45 x 61 x 31 cm e un peso di 19 Kg. Ma andiamo oltre i dati tecnici e capiamo cosa significa veramente possedere una stufa del genere.
La prima domanda che molti potrebbero porsi è se una stufa a bioetanolo necessiti di una canna fumaria. La risposta è no, rendendo l’installazione meno complicata e più versatile in termini di posizionamento all’interno dell’abitazione.
Una preoccupazione comune riguarda la capacità di riscaldamento. I modelli al bioetanolo, essendo caratterizzati da una fiamma viva, scaldano in proporzione alla loro potenza. Non sono forse la soluzione ideale per riscaldare un’intera casa, ma possono fornire un calore confortevole in un ambiente più ristretto, come un salotto o una camera da letto.
In termini di consumo, tutto dipende dalla potenza della fiamma, che in molti modelli può essere regolata, e dalla capacità e dal modello della stufa stessa. La Karlsen Ruby New, ad esempio, ha un consumo ragionevole, il che la rende abbastanza economica da utilizzare.
Il funzionamento è altrettanto semplice: versare il bioetanolo nel bruciatore e accenderlo con un accendino piezoelettrico è tutto ciò che c’è da fare.
In conclusione, la Stufa a Bioetanolo Karlsen Ruby New si presenta come una soluzione funzionale, efficiente e semplice per chi cerca una fonte di calore aggiuntiva o alternativa. Con un bruciatore regolabile e removibile, elevate autonomia d’uso e l’assenza di canna fumaria, offre una combinazione di convenienza e comfort che la rende un’opzione attraente per molti.
Stufe a Bioetanolo più Vendute
Per terminare, mettiamo a disposizione una lista delle stufe a bioetanolo più vendute online con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti presenti nella lista viene aperta una nuova pagina nella quale è possibile leggere le caratteristiche tecniche dettagliate, le recensioni e le opinioni dei clienti.